Anatomia lombare
La colonna lombare corrisponde alla parte inferiore della colonna vertebrale, comunemente chiamata zona lombare. È composta da cinque vertebre separate da dischi intervertebrali. Le vertebre lombari formano un canale attraverso il quale passano il midollo e i nervi spinali. I nervi spinali, che trasmettono le informazioni nervose tra le gambe e il cervello, escono tra le vertebre su ciascun lato.

Cos’è la spondilodesi ?
La spondilodesi è la fusione di due o più vertebre.
Quali sono le indicazioni ?
Una lesione delle vertebre, sia di origine degenerativa, traumatica o infettiva, può essere un’indicazione per la spondilodesi. La vostra situazione verrà discussa con il medico.
Qual è lo scopo ?
Ridurre il dolore e mantenere un buon allineamento della colonna vertebrale.
In cosa consiste l’intervento ?
L’intervento mira a :
- Fissare le vertebre con un sistema di viti e barre, normalmente in titanio, per stabilizzarle
- Ottenere la fusione di alcune vertebre per ridurre i movimenti tra di esse tramite un innesto osseo (naturale o sintetico), oppure con l’uso di cage discali (protesi chiamata anche artrodesi, che sostituisce il disco e mantiene la distanza tra le vertebre)
Il neurochirurgo determina il numero di vertebre da fissare e sceglie la tecnica più adatta alla vostra situazione. A seconda delle vertebre coinvolte (lombari o cervicali), vengono effettuate una o più incisioni, chiamate “vie d’accesso”:
- Sull’addome o sul torace (via “anteriore”)
- Sulla schiena (via “posteriore”)
- Sul fianco (via “laterale”)
L’intervento si svolge in anestesia generale.
L’intervento è efficace ?
Nel 90% dei casi, elimina il dolore in pochi giorni e favorisce il recupero. Tuttavia, in alcune situazioni, possono persistere dolori al collo, debolezza agli artio formicolii.
Quali sono le possibili complicanze ?
Le complicazioni che possono verificarsi includono :
- Dolore, debolezza degli arti o formicolii che possono persistere temporaneamente in meno del 20% dei casi. Di solito sono transitori.
- Fusione ossea non corretta con le vertebre nel 5% dei casi (pseudoartrosi). In tal caso, può essere necessario un nuovo intervento se l’assenza di fusione provoca dolore persistente.
- Infezione del sito chirurgico nel 3–5% dei casi. Di solito è sufficiente un trattamento locale o antibiotico. Raramente, è necessario un nuovo intervento per drenare un ascesso o rimuovere il materiale (viti, placche).
- Emorragia che richiede trasfusione di sangue in meno dell’1% dei casi.
- Lesione dei nervi, nonostante l’uso del microscopio chirurgico, in meno dell’1% dei casi. Può causare riduzione della forza o della sensibilità negli arti inferiori.
- Ematoma nel sito dell’intervento in meno dell’1% dei casi. Si riassorbe spontaneamente nell’80% dei casi. Raramente è necessario un nuovo intervento.
- Lesione degli organi addominali o dei grandi vasi (aorta, vena cava) in meno dell’1% dei casi, soprattutto con accesso laterale o anteriore.